Gubbio - «Ciao Renato.
Grazie di tutto ciò che ci hai insegnato in quei splendidi anni. Nel tuo nome
si racchiude gran parte del ciclismo umbro». Oppure «Ciao Renato, sei stato il
mio grande allenatore». Questi sono solo due dei diversi messaggi apparsi
la scorsa settimana su Facebook poco dopo che si era sparsa la notizia della
morte di Renato Amantini. Messaggi nei quali è racchiusa la vera essenza di ciò
che questo piccolo grande uomo ha rappresentato per il mondo delle due ruote
umbre. Una persona discreta, che non amava i contrasti e cercava sempre la
mediazione, ma che era rispettato e sapeva farsi rispettare con la sua saggezza
e pacatezza. Un uomo che ha dato grandi insegnamenti, umani e sportivi, a
generazioni di ciclisti e dirigenti umbri. Noi della Gubbio Ciclismo Mocaiana
abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di diventare suoi amici prima degli
anni Novanta. Renato è stato poi per 12 anni direttore sportivo delle nostre
formazioni juniores, periodo durante il quale abbiamo avuto modo di conoscere e
apprezzare ancora meglio le sue alte doti umane e di stringere un bel rapporto
anche con la famiglia. Per questo lo vogliamo ricordare così, come una persona
tutta d’un pezzo, che voleva un ciclismo pulito e che teneva ai ragazzi sopra
ogni altra cosa. Quante volte l’abbiamo visto gioire o rammaricarsi insieme a loro.
Questo era Renato. Un grande sportivo. Un grande uomo, che è stato importante protagonista
della storia del ciclismo della nostra regione.
La Gubbio Ciclismo Mocaiana
P.A. Communication - Ufficio Stampa

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